Sempre di più si parla della dieta chetogenica, e spesso vi è molta confusione a riguardo. Molti la confondono con la dieta Dukan o con una dieta iperproteica, altri credono sia il male assoluto…facciamo un po’ di chiarezza. Iniziamo dal nome di questa dieta: chetogenica letteralmente vuol dire “generatrice di chetoni”.
Che cosa sono i corpi chetonici?
I corpi chetonici sono dei composti sintetizzati dal nostro fegato quando si è in presenza di un eccesso di acetil-CoA. Questo accade quando il corpo è in carenza di glucosio in seguito, ad esempio, ad un periodo di digiuno o durante una dieta chetogenica. Normalmente l’acetil-CoA viene prodotto a partire dalla degradazione di zuccheri e grassi e viene utilizzato all’interno di un particolare ciclo metabolico noto come ciclo di Krebs. In una condizione di assenza di glucosio però, il ciclo di Krebs non può portare avanti il processo metabolico generando un accumulo di acetil-CoA. Queste molecole di acetil-CoA accumulate vengono smaltite dopo che, attraverso una reazione di condensazione di due di queste molecole, si sono generati i corpi chetonici. I corpi chetonici formati possono poi essere utilizzati come fonte energetica dal nostro corpo, ma solo in assenza del carburante energetico “preferito” dal nostro organismo, ossia il glucosio. L’accumulo nel corpo di corpi chetonici viene definito chetosi.
Come funziona una dieta chetogenica?
Eccoci arrivati al punto saliente. La dieta chetogenica causa l’ingresso in chetosi, e in questo stato si ha un cambiamento della fonte energetica principale utilizzata dal nostro organismo; non si usano più gli zuccheri come carburante, ma i grassi.
Normalmente in una tipica dieta chetogenica non c’è un aumento della quantità di proteine assunte. Il fatto che la dieta chetogenica sia una dieta iperproteica è solo un mito.
La dieta chetogenica prevede generalmente un’alimentazione ipocalorica costituita dal 70% di grassi, dal 30% di proteine e da carboidrati presenti in minime quantità. Queste due caratteristiche (l’essere ipocalorica e iperlipidica), spingono il nostro corpo ad esaurire le proprie scorte glucidiche, portando ad un accumulo di acetil-CoA che stimola la formazione di corpi chetonici, ed infine il corpo entra in chetosi nel giro di qualche giorno.
La presenza di corpi chetonici come fonte energetica ha un duplice effetto sul nostro corpo:
– diminuisce il senso di fame, riducendo sempre più la spasmodica ricerca di zuccheri;
– abitua il nostro corpo ad utilizzare i grassi, stimolandolo ad utilizzare il grasso corporeo come fonte di energia per il sostentamento energetico.
In particolare quest’ultimo aspetto sembra essere molto importante. Infatti l’alimentazione odierna ci ha resi dipendenti dagli zuccheri ed ha disabituato il nostro corpo all’utilizzo dei grassi per fini energetici (come già ne abbiamo parlato in questo articolo). Avendo sempre un livello glicemico alto nel nostro corpo, questo predilige l’utilizzo degli zuccheri ignorando così il nostro grasso corporeo che di conseguenza rimane li dov’è.
La dieta chetogenica può avere una durata variabile, ma tendenzialmente il periodo è breve non supera le 3 settimane. Durante questo periodo è importante evitare di fare attività sportive: la mancanza di carboidrati nella dieta può causare carenze energetiche e debolezza durante l’attività fisica.
Successivamente a questo periodo bisogna reintrodurre i carboidrati lentamente preferendo inizialmente i carboidrati con un basso indice glicemico. Questa è una fase molto delicata, perché se non seguita attentamente si rischia di recuperare buona parte del peso perduto.
Quali sono i PRO di una dieta chetogenica?
Sempre maggiori sono le evidenze scientifiche che dimostrano come una dieta chetogenica possa giovare al nostro corpo sia a livello di flessibilità metabolica che per la sindrome metabolica ma soprattutto in alcune patologie a carico del SNC come ad esempio l’emicrania a grappolo e l’epilessia farmaco resistente. Ma…analizziamole una per volta.
Per flessibilità metabolica si intende la capacità di un corpo di adattarsi ai cambiamenti calorici. Chi ha difficoltà a dimagrire anche in caso di diete fortemente restrittive ha probabilmente un bassissimo grado di flessibilità metabolica e tra gli espedienti per riattivare il metabolismo ed ossidare grassi la dieta chetogenica è una delle migliori.
Per sindrome metabolica invece si intende una condizione clinica caratterizzata da alti livelli di trigliceridi, di colesterolo e spesso da insulino resistenza. Si è dimostrato che la dieta chetogenica spesso porta ad un miglioramento di questi parametri ematochimici.
Per quanto concerne l’emicrania a grappolo e l’epilessia farmaco-resistente la letteratura riporta dei risultati straordinari. Un regime dietetico di tipo chetogenico riduce moltissimo la sintomatologia e aumenta la qualità della vita di queste persone.
Detto ciò ci si chiede: si dimagrisce velocemente, abbassa il colesterolo, migliora la flessibilità metabolica, non si patiscono i morsi della fame, perché è vista cosi negativamente?
Quali sono i CONTRO di una dieta chetogenica?
Innanzitutto la dieta chetogenica in alcune situazioni particolari, come, ad esempio, lo stress surrenalico e il diabete di tipo 1, può risultare estremamente dannosa. Quindi bisogna innanzitutto consultare un professionista, affinché possa valutare se lo stato di salute della persona permette un approccio nutrizionale di questo tipo.
Inoltre, è una dieta particolarmente impegnativa e difficile da seguire. Infatti, non tutti sono in grado di gestire, per un periodo di circa tre settimane, la totale assenza di carboidrati dalla propria dieta. A differenza delle altre diete, la dieta chetogenica non ammette eccezioni: anche la sola assunzione di pochi grammi di carboidrati porta immediatamente il corpo ad uscire dallo stato di chetosi. Una persona che non riesce a rispettare alla lettera il protocollo nutrizionale, non sarà in grado di entrare in chetosi efficientemente; alla fine uscirà affaticato da un piano nutrizionale ferreo e restrittivo, senza però averne ottenuto i benefici. Quindi solo se si ha tantissima determinazione si può affrontare questo percorso.
Quali sono le paure più comunemente associate a questa dieta?
L’acidosi è il motivo per cui spesso si ha paura di intraprendere una dieta chetogenica. Per acidosi si intende l’acidificarsi del sangue a causa dell’aumento di corpi chetonici circolanti. Un organismo sano in realtà è un sistema in grado di tamponare e minimizzare l’accumulo di corpi chetonici limitando così la possibilità di entrare in acidosi. Ci sono però diverse situazioni patologiche in cui il nostro corpo non è più così efficiente nel catabolizzare ed espellere i corpi chetonici: un esempio è dato dal diabete di tipo 1, in cui vi è il rischio di causare una chetoacidosi. Questo è il motivo per il quale la chetogenica dev’essere seguita e indicata solamente da un professionista.
Il secondo motivo per cui spesso si ha paura della dieta chetogenica è il sovraccarico renale. Il rene è l’organo deputato alla filtrazione del nostro sangue ed eliminazione dei prodotti di scarto. Un elevato utilizzo alimentare di proteine e il catabolismo di quest’ultime portano ad un alta concentrazione di gruppi amminici dai quali i nostri reni devono liberarci. Quindi mangiare tante proteine vuol dire un intenso utilizzo dei reni e da qui la paura di un sovraccarico ed un danno renale. A questo bisogna sicuramente obiettare che, a differenza della dieta Dukan o di altre diete iperproteiche, la dieta chetogenica non è iperproteica, bensì è una dieta normoproteica e iperlipidica; di conseguenza la quantità di proteine assunte con la dieta non sono superiori a quelle che verrebbero assunte con una classica dieta mediterranea.
Dopo una dieta chetogenica si riprende il peso perso?
Infine si ha paura che dopo una dieta di questo tipo si abbia un recupero rapido del peso. Il rischio di una dieta chetogenica è che se non viene seguita correttamente, se non avviene una corretta reintroduzione dei carboidrati e se non c’è un’educazione alimentare, vi sia un recupero del peso perso. Soprattutto quest’ultima questione è di fondamentale importanza. Generalmente le diete “spot”, quelle che ti fanno perdere tanti chili in poco tempo non si rivelano efficaci sul lungo termine. Il motivo risiede nel fatto che, una volta raggiunto il peso desiderato, si ricomincia a mangiare “normalmente”, ossia come si faceva prima di intraprendere il percorso di dimagrimento. Non c’è nulla di più sbagliato, e pericoloso. La dieta chetogenica deve sempre essere inserita in un percorso di rieducazione alimentare. Alla fine di questo percorso si deve portare la persona a mangiare correttamente e in autonomia, affinchè si riduca il rischio di recuperare i chili persi.
La dieta chetogenica è dunque una dieta che presenta alcuni vantaggi importanti, ma comunque presenta delle limitazioni sulla fattibilità e sull’efficacia a lungo termine. L’inserimento di una dieta di questo tipo all’interno di un percorso più lungo, in cui si presta attenzione non solo alla riduzione del peso, ma anche alla rieducazione alimentare, in alcuni casi può essere vincente. E’ fondamentale però che non si agisca in autonomia, perché deve esserci sempre un professionista che innanzitutto valuti lo stato di salute, e che poi non limiti il percorso alla sola dieta chetogenica, ma che la inserisca in uno più ampio che porti benefici a lungo termine.
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